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Nocera Terinese, Catanzaro, Italy
insegnante quasi a tempo pieno, amo vivere in campagna pur avendo un'anima cittadina...è una delle mie tante contraddizioni

Lettori fissi

sabato 4 aprile 2009

Non può esserci qualcosa che non ci riguarda, perché ciò significa morire

Ho molto apprezzato l’idea di Andreas di scioccare per offrire un messaggio importante, che diviene lezione per tutta la vita. Anche io, che ieri sera ho vissuto l’evento del convegno “in differita”, e per giunta senza premesse a causa del ritardo con cui mi sono collegata all’incontro del venerdì, all’inizio non capivo e mi sono trovata disorientata, perché la situazione, il modello ideale di lezione, di convegno, non rispondeva alle mie attese.
Man man che il convegno procedeva in modo stravagante e bizzarro, con l’entrata in scena di ridicoli personaggi che alteravano visibilmente l’umore del professore, il rapido susseguirsi di situazioni grottesche, mi hanno indotto a riflettere sulla capacità di Andreas e degli altri ragazzi di sapersi mettere in gioco, per rompere le aspettative, per uscire dal solco tracciato della comunicazione formale, creando quell’attesa utile a spianare il terreno per recepire messaggi, magari non esplicitamente detti, ma che possono essere colti quando non siamo distratti o annoiati da una comunicazione fredda e impersonale.
Il nuovo, l’imprevisto, l’inatteso, uniti al clima di ilarità suscitato dalle gag, sono stati lo strumento, l’espediente per comunicare il messaggio che era alla base del Convegno: il famoso ”I care”, inteso come cura empatica, come tensione verso l’altro, come passione per il proprio lavoro, come desiderio di lavorare in squadra, migliorando, attraverso la creatività, la qualità delle relazioni e della comunicazione.

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