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insegnante quasi a tempo pieno, amo vivere in campagna pur avendo un'anima cittadina...è una delle mie tante contraddizioni

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domenica 29 marzo 2009

A proposito del valutare...

Mai più di ora che mi sto preparando per i fatidici “Consigli di Classe” la riflessione sulla valutazione mi sta a cuore. Non perché solo ora, al termine del percorso che è l’unità di apprendimento, pensi a valutare, ma proprio perché ora sono chiamata a farlo scrivendo, attraverso un numero chiaro e netto, quanto attribuisco valore e significato a fatti, dati, informazioni che hanno generato apprendimento in ogni mio alunno.
L’ansia che ne scaturisce dipende proprio dal timore dell’incapacità di lettura e interpretazione dell’intero processo formativo, in cui entrano in gioco processi intellettuali, affettivi, comportamentali e, in ambito collettivo, aspetti relazionali, sociali e comunicativi e dalla constatazione del grande limite, e della grande diffusione anche all’interno del Consiglio, di una valutazione strettamente legata alla misurazione e al controllo degli apprendimenti da parte dello studente.
Quanto valore ho attribuito alla qualità del percorso formativo di ogni ragazzo? Sono davvero stata in grado di identificare conoscenze e abilità possedute come pre condizione, estendendo il concetto di apprendimento a tutte le azioni che precedono, che accompagnano e seguono la didattica? Ho offerto sufficienti spazi e tempi, limitando la mia centralità, per favorire nei ragazzi la costruzione delle proprie esperienze? Ho favorito l’arricchimento e la ristrutturazione del pensiero col confronto degli altri punti di vista, in quel processo negoziale in cui assume un ruolo fondamentale la relazione? Certo è che, man mano che mi addentro in questa nuova esperienza universitaria, leggendo in modo diverso il concetto di apprendimento, mi sforzo ancor più per fare il salto dal quantitativo al qualitativo, dall’oggettivo al soggettivo, dal formale all’esperienziale, convinta del fatto di voler partecipare con i miei ragazzi alla creazione del loro apprendimento, unico e irripetibile, sempre diverso e inaspettato, libero da stereotipi imposti e finalizzato alla costruzione della loro identità.

1 commento:

  1. Sono convinto anch'io che il salto da fare sia proprio quello che indichi: qualità del sistema, personalizzazione dell'insegnamento e maggiore attenzione alla sfera emotiva ed esperenziale dei nostri allievi. Sappiamo bene però quanto è facile a dirsi piuttosto che a farsi... A proposito del valutare, il rischio di dare i numeri è forte e spesso a condizionare sono fattori diversi, non per forza connessi all'apprendimento, ma valutazione non vuol dire “giudicare”. Significa anche e soprattutto coinvolgere il singolo nel gruppo, all'autosservazione, all'autoascolto, alla riflessione e all'automonitoraggio della propria attività.

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